5G vs Covid
Negli ultimi giorni si stanno diffondendo notizie che vedono l’associazione del 5G al Coronavirus, molte nascono dal principio scientifico detto Principio di precauzione, che invita a diffidare di ciò che non si conosce.
A fomentare le teorie complottistiche, che hanno portato ad incendiare le colonne del 5G in Gran Bretagna, c’è stato il tweet di Gunter Pauli, del 22 marzo che afferma: “La scienza deve dimostrare e spiegare la causa e l’effetto. Ma la scienza prima osserva le correlazioni: fenomeni che sono apparentemente associati. Applichiamo la logica della scienza. Qual è stata la prima città al mondo coperta dal 5G? Wuhan! E quale la prima regione 5G d’Europa? Il Nord Italia”.
Tweet facilmente smentibile se si pensa che i focolai sono nati a Codogno, Bergamo e Brescia e non sono tra le prime regioni coperte da 5G. Le stesse sperimentazioni del 5G sono state fatte a Torino, luogo in cui il Covid-19 non ha attecchito in grandi numeri.
Riprendendo il Principio di precauzione, vediamo quali sono le due correnti di pensiero che sostengono la teoria dell’associazione tra il Covid-19 ed il 5G.
I batteri comunicano con le onde elettromagnetiche ed è questo che fa selezionare l’ospite da infettare. Uno studio del 2011, di alcuni ricercatori della Northeastern University di Boston è stato ripostato in un articolo dal “Daily Star”, e cita: “i batteri riuscirebbero a comunicare” e diffondersi meglio grazie a un solido supporto elettromagnetico”.
Uno studio però non è mai stato pienamente verificato, e perde di valore alla base, considerando che, i coronavirus sono appunto, un virus e non un batterio.
Il Covid-19 attacca il nostra organismo perché il sistema immunitario è indebolito dalle onde elettromagnetiche.
Le stesse onde elettromagnetiche sono utilizzate per strumentazioni di cui facciamo uso nel nostro quotidiano da anni: il microonde o il router o lo stesso Digitale Terrestre, di cui il 5G ne ha sostituito le frequenze.
L’uomo è diventato abile a sfruttare le onde elettromagnetiche per non subirne danni, ma non possiamo abusarne come suggerito dagli studi effettuati nel 2018 dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che condotto uno studio sulla correlazione tra l’alta esposizione alle millimeter wave e l’insorgere dei tumori, ma è stato anche più volte smentito dalla stessa comunità scientifica, come si può lettere nell’articolo del dday.it. In Italia, la normativa prevede la più bassa emessione europea di onde elettromagnetiche.
Se anche ci fossero problematiche legate alle onde, non si parla di virus, ma di patologie legate alle millimeter wave.
Il problema quindi non è il 5G fa male, ma le onde elettromagnetiche fanno male?
È utile sottolineare, come le pandemie ci sono sempre state nella storia, e ciclicamente si ripresentano.
Per concludere, riportiamo quanto affermato da Simon Clarke, professore in microbiologia cellulare all’Università di Reading (UK): «L’attuale pandemia è causata da un virus che si trasmette per via aerea. Sappiamo che funziona così, abbiamo studiato il virus in laboratorio. I virus e le onde elettromagnetiche utilizzate nei cellulari funzionano in modo completamente diverso».