fabhttps://en.wikipedia.org/wiki/Fab
Il biennio di pandemia ha fatto rivalutare le esigenze personali dei lavoratori di tutto il mondo, creando in tal modo un bisogno per un equilibrio sempre più bilanciato tra lavoro e vita privata. Nestlé Italia è tra le aziende che più ha fatto tesoro delle nuove esigenze ed ha strutturato un nuovo modello lavorativo sull’impronta hybrid grazie ai preziosi suggerimenti delle persone che lavorano per il Gruppo e a quanto emerso dalla richiesta commissionata a Toluna dalla survey “Il futuro del lavoro in Italia”.
Nasce così il FAB Working.
F.A.B. acroniomo di Flessibile, Adattabile e Bilanciato, è un nuovo nodello di lavoro,e in cui ufficio e casa sono solo spazi, e non determinano la professionalità delle persone.
Il Fab è regolamentato da un accordo sottoscritto il 18 marzo scorso con le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil. L’accordo sindacale, tra l’altro, garantisce il diritto alla disconnessione e stabilisce norme di comportamento specifiche. Ce.Au.
“Questa iniziativa è nata ascoltando le nostre persone – Giacomo Piantoni, direttore delle risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia, ha spiegato a Il Sole 24 Ore – Lo smart working era utilizzato parecchio fin dal 2012 da un grande numero di persone, ma non per molto tempo, qualche giorno al mese. Poi, dopo la pandemia, le esigenze sono cambiate: c’era necessità di maggiore flessibilità, equilibrio nella propria vita quindi ascoltando le persone abbiamo co-creato con loro questo modello”.
“Il nuovo paradigma lavorativo ci consente di proseguire con la stessa convinzione ed efficacia nel nostro impegno a offrire opportunità di formazione e di inserimento alle giovani generazioni, che, come confermato dalla survey, apprezzano il valore della modalità ‘ibrida’, beneficiando sia dell’apprendimento in presenza sia della gestione più autonoma del lavoro”, ha aggiunto.
Ma come si traduce nel concreto il Fab working?
Si tratta di una modalità di solgimento del lavoro, ancora più flessibile che trasforma l’ufficio in una risorsa complementare al lavoro da remoto valorizzando la performance e dando sempre più importanza al benessere dei dipendenti, grazie all’eliminazione della frustrazione data dall’obbligo di presenza.
“Non c’è un minimo o un massimo di giorni che si passano da remoto – ha spiegato Piantoni – ma ogni team stabilisce in funzione delle esigenze specifiche il giusto mix, in questo senso è flessibile.
È adattabile nel senso che nel tempo queste esigenze possono cambiare e quindi vengono modificate e infine è bilanciato perchè mira a mettere in evidenza i vantaggi del lavoro in presenza e quello da remoto”.
Il Fab working, una risposta alle nuove esigenze del mondo del lavoro, con vantaggi anche per l’azienda stessa: “Parlare di Fab e smartworking porta la maggior parte delle persone a pensare al tempo passato in ufficio e a quello passato da remoto, nella realtà parlare di smartworking – ha sottolineato – significa parlare di autonomia, di fiducia, di delega e di risultati. Questo modello presuppone tutte queste cose, che non sono così scontate: lavorare su autonomia, fiducia genera ingaggio da parte delle persone, genera trasparenza e genera alla fine performance. Nel momento in cui sono più appassionato, più coinvolto, sono più contento io come individuo, e lavoro anche meglio”.
Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato Gruppo Nestlé Italia e Malta, arricchisce il concetto al portale adkronos: “Noi di Nestlé siamo convinti che il Fab Working costituisca un importante strumento di modernizzazione organizzativa, in grado di generare valore sia per l’impresa che per i singoli individui. È dimostrato, infatti, che a un miglior work-life balance e a un generale senso di benessere dei dipendenti, si associa un deciso miglioramento nell’efficienza ed efficacia delle prestazioni. Il Fab Working rappresenta dunque una soluzione in grado di dare benefici sia alle persone che al business.”
Questo nuovo modello lavorativo risulta essere molto apprezzato all’interno dell’azienda. La popolazione più giovane (20-29 anni) e le donne manifestano la maggiore soddisfazione ritenendo che il Fab impatti positivamente sul benessere grazie a un migliore work-life balance.
Il Gruppo reinterpreta così il modo di lavorare adattandolo alle necessità sia dei lavoratori che dell’azienda stessa.