GREEN PASS nei luoghi di lavoro: cosa prevede la legge

Green pass sul luogo di lavoro e nuovo decreto

Il Decreto Legge n. 105/2021 ha introdotto l’obbligo di esibire il possesso del Green Pass, a partire dal 6 agosto 2021, per poter accedere a un serie di servizi e fruire di alcune attività e in virtù di questo, in molti hanno iniziato ad interrogarsi sulle possibili applicazioni future dalla legge. In merito all’obbligo di possesso della certificazione verde, anche sul posto di lavoro e la gestione del rapporto stesso.
Gli addetti alla selezione del personale, dovranno chiedere ai candidati il certificato verde, come richiesto ai ristoratori?

Storico nella gestione dei green pass e no vax in azienda

Il Decreto Legge del 1° aprile 2021, n 44, allo stato attuale è l’unico provvedimento che ha previsto un obbligo di vaccinazione, ma limitatamente agli esercenti di professioni sanitarie, ma nulla vieta che potrebbe essere estesa anche ad altre categorie lavorative, anche se Confindustria ha già esposto la volontà di voler rendere obbligatorio il Green Pass ai propri collaboratori, pena la possibilità di spostarli ad altra mansione o sospenderli, con impatto sulla retribuzione. Si tratta di un’azione che le aziende potrebbero mettere in campo per tutelare i propri interessi.
Il green pass, ad oggi, è forse l’unico strumento per il datore, per garantire l’assenza di rischio di contagio e per superare le attuali norme sul distanziamento sociale nel luogo di lavoro.

Ha fatto scalpore la scelta presa in autonomia dal datore dell’azienda alimentare Sterilgarda, di Castiglione delle Stiviere, nel Mantovano, che ha preso l’iniziativa di inviare un comunicato scritto ai propri dipendenti in cui si dichiara che “dal mese di settembre 2021, a chi risulterà privo di Green Pass per la mancata sottoposizione all’iter vaccinale” potrebbero essere “attribuite mansioni diverse da quelle normalmente esercitate e tali da escludere rischi di contagio per contatti con altri dipendenti”. Se poi la modifica della mansione non fosse possibile, nella lettera ai dipendenti si legge anche che “il lavoratore non verrà ammesso in azienda, con sospensione della retribuzione”. Continua chiarendo che “In nessuna parte del testo si è mai minacciato di licenziare alcuno. Abbiamo fatto presente che il diritto alla salute dei dipendenti e delle loro famiglie deve essere salvaguardato al pari del diritto di ognuno”.
Per il caso citato, in fase di sentenza, i giudici del lavoro si sono basati sull’art. 2087 del codice civile e sulla direttiva Ue sulle azioni preventive contro la diffusione di malattie nei luoghi di lavoro: “ l’imprenditore ha il potere e dovere di assicurare il massimo possibile di sicurezza e igiene nel luogo di lavoro, adottando tutte le misure utili suggerite dalla scienza e dall’esperienza. Ora che la vaccinazione anti-Covid è disponibile per tutti, dunque, gli imprenditori fanno bene ad adottarla come misura di sicurezza, anche prima che arrivi una legge che lo preveda in modo generalizzato“.

Morale: la mancata vaccinazione può costituire un motivo per sospendere il lavoratore senza retribuzione.
L’ipotesi di estendere l’utilizzo del Green Pass a tutti i luoghi di lavoro divide l’Italia, si può verificare solo nel rispetto delle regole giuslavoristiche e privacy.

Quali provvedimenti si possono adoperare con i lavoratori No vax?

Ad inizio campagna vaccinale, si era duramente espresso Pietro Ichino, giurista esperto di diritto del lavoro, al Corriere della Sera, che illustrò la sua tesi azzardata, secondo la quale è possibile licenziare i dipendenti che avrebbero rifiutato la vaccinazione “Chiunque potrà rifiutare la vaccinazione; ma se questo metterà a rischio la salute di altre persone, il rifiuto costituirà un impedimento oggettivo alla prosecuzione del rapporto di lavoro”, citando l’articolo 2087 del codice civile, Quindi il datore di lavoro non solo può imporlo, aggiunge Ichino, “ma deve farlo”.
Chiarita l’impraticabilità del licenziamento lo scenario si apre ad altre ipotesi legalmente adottabili per evitare che il rifiuto della vaccinazione aumenti il rischio di contagio per i colleghi e gli utenti: il remote working, ove possibile.
Ricordiamo che l’articolo 32 della Costituzione sancisce la libertà di rifiutare qualsiasi trattamento sanitario, ivi comprese le vaccinazioni, salvo quello per il quale la legge istituisca un obbligo.

Green Pass sul lavoro: servirebbe il nuovo decreto

L’attuale situazione non del tutto chiara nella gestione del Green Pass, ha richiesto un intervento da parte dello Stato che si è concretizzato nella giornata del 02 agosto, con l’incontro tra il Premier Mario Draghi e i tre leader sindacali Landini, Sbarra e Bombardieri, a Palazzo Chigi. I segretari di Cgil, Cisl e Uil si sono dimostrati uniti, affermando: “Per introdurre l’obbligo vaccinale e il Green Pass obbligatorio serve una legge. Se ci fosse una legge, questa non dovrà comunque portare a licenziamenti nei luoghi di lavoro né essere discriminatoria con demansionamenti”.

Ha specificato il leader della Cgil Maurizio Landini “Nulla in contrario sul principio all’estensione del Green Pass ma non può diventare strumento da usare per licenziare e discriminare lavoratori e lavoratrici”. “Non c’é solo il Covid”, ha aggiunto Landini. “Si continua a morire per incidenti nei luoghi di lavoro. Sui vaccini e sul Green Pass Draghi si è riservato di fare le sue valutazioni. Non va dimenticato che tra chi non si vaccina ci sono anche i fragili. I lavoratori hanno mandato avanti l’Italia anche senza vaccini. Forzature sarebbero controproducenti. il Governo si è riservato di fare delle valutazioni e ha detto che terrà conto delle valutazioni e dei ragionamenti che abbiamo avanzato”.
“Se il Governo sulla base di dati scientifici e sanitari ritiene che ci sia una fondata preoccupazione sulla ripartenza del Covid, nella sua autonomia può adottare una norma legislativa che valga non solo per i lavoratori ma per l’insieme dei cittadini”, ha aggiunto Luigi Sbarra della Cisl, precisando: “Siamo disponibili ad aprire un confronto con le associazioni datoriali per migliorare i contenuti dell’accordo”.

In ogni caso, da parte dei tre sindacati c’è il pieno appoggio alla campagna di vaccinazione e impegno nel promuoverla. Il Green Pass obbligatorio, però, sarebbe un obbligo vaccinale mascherato che ha bisogno di una legge che lo inserisca come trattamento sanitario, come fatto per il medici e infermieri. La discussione sembra ancora aperta, anche se il governo vorrebbe chiuderla entro questa settimana.